In generale, quando si dicono cose come “Tiger I ferma 50 T-34 sovietici” penso o che sia una frescaccia bella e buona, o che si tratti di un videogioco.
Capita spesso infatti che se un titolo del genere sembra troppo sensazionale, si tratta di un’esagerazione, se non proprio di una falsità.

Tuttavia, per quanto assurdo possa sembrare, non si tratta di questo caso.
La vicenda ebbe luogo durante la battaglia di Kursk, nel 1943.
La battaglia, ritenuta la più grande battaglia fra carri armati mai avvenuta, avrebbe dovuto riguadagnare alla Germania l’iniziativa sul fronte orientale, consentendole di fermare l’impeto della riformata Armata Rossa, o almeno questo è quello che l’alto comando tedesco sperava.
In realtà, furono i sovietici a prevalere, grazie a una combinazione di superiorità numerica, ottima strategia e aiuti dagli alleati occidentali (in forma di intelligence sui piani tedeschi).
In questa enorme battaglia, una singola azione si fa notare fra le moltissime altre.
Il protagonista della nostra storia si chiama Franz Staudegger, un sergente carrista tedesco di 22 anni, parte della prima divisione Panzer SS, una formazione d’elite.
Nello specifico, Staudegger comandava un Tiger I del secondo plotone, tredicesima compagnia panzer, primo reggimento panzer SS.
Nella sera del 5 luglio del ’43, Staudegger stava comandando il suo Tiger I, con l’intenzione di riunirsi alla sua unità dopo il primo giorno di combattimento a Kursk.
Staudegger, avvistando una silhouette simile al suo carro in lontananza, decise di saltare fuori dal suo Tiger e andare a parlare con quello che lui assumeva essere un’altro comandante di carro tedesco.

Tuttavia, l’uomo che stava tranquillamente fumandosi una sigaretta in cima al carro era in realtà un comandante russo, su un carro T-34, durante una pausa nei combattimenti.
La nebbia e il fumo della battaglia, con la complicità del fatto che era sera, avevano reso irriconoscibile il veicolo, ma Staudegger era stato prudente, portando con se la sua pistola e un paio di granate.
Vedendo il russo e riconoscendo la situazione, Staudegger lanciò una granata nella torretta, momentaneamente scoperta, distruggendo il carro.
Dietro il T-34 distrutto però, ce ne era un’altro.
Staudegger fu fortunato, e riuscì a distruggere anche il secondo T-34, lanciando un’altra granata nel carro, proprio mentre l’equipaggio apriva i portelli per capire cosa diavolo fosse successo ai loro colleghi, visto che loro supponevano essere in un’area tranquilla, relativamente lontano dal fronte.
Con due T-34 distrutti, usando delle granate, la storia di Staudegger sarebbe già straordinaria di per se, tant’è che gli valse una medaglia, la Croce di Ferro di Prima Classe.
Tuttavia, né Staudegger né i suoi avversari avevano idea di cosa sarebbe accaduto di lì a poco.

Il potente cannone da 88 millimetri e la spessa corazzatura lo rendevano temibile per ogni carro alleato.
In particolare, la corazzatura frontale era tale (100 millimetri) da renderlo virtualmente invulnerabile se colpito frontalmente e non da molto vicino.
Tre giorni dopo infatti il decimo corpo corazzato sovietico lanciò un massiccio attacco sul fianco della Divisione Panzer SS di Staudegger.
Un totale di almeno cinquanta T-34 si diresse contro il carro di Staudegger, danneggiato e immobile, ben distante dal resto dei corazzati della divisione
In tempo record, il carro di Staudegger fu reso operativo, e invece di ritirarsi, si diresse verso il vicino villaggio di Psyolknee dove i panzergrenadier tedeschi stavano per essere sopraffatti.
Altri tre T-34 vennero distrutti da Staudegger appena furono avvistati, e altri due vennero messi fuori uso subito dopo, quando tentarono di ingaggiare il Tiger di sorpresa, emergendo da dietro una piccola asperità del terreno.
Da quella piccola asperità però, emerse un’orda di T-34, che bombardarono il carro di Staudegger con una serie di colpi perforanti.
I colpi rimbalzarono sulla corazzatura frontale del Tiger, incapaci di infliggere un qualunque danno, e furono presto ricambiati dai letali colpi del cannone da 88 millimetri del Tiger.
I T-34 furono distrutti uno dopo l’altro, però Staudegger si rese conto di un problema, aveva finito le munizioni perforanti.
Senza altra scelta, visto che i T-34 sovietici non accennavano a diminuire, Staudegger ordinò di caricare i colpi esplosivi, confidando che il suo cannone da 88 millimetri fosse comunque in grado di distruggere i carri sovietici.
Staudegger aveva ragione, e riuscì a distruggere un totale di ventidue T-34 sovietici, sopravvivendo a 67 cannonate nemiche, e con un cingolo sul punto di spaccarsi.
Senza più alcun colpo da sparare, alla fine, Staudegger si ritirò.
Un solo carro Tiger fermò qual giorno l’avanzata di 50 carri sovietici, distruggendone 22 e costringendo gli altri alla ritirata.
Per le sue azioni quel giorno, Staudegger ricevette la Croce di Cavaliere, oltre a quella di Ferro, diventando il primo carrista a ricevere tale onorificenza.
Ritornò a combattere in Normandia, assieme a un’altro asso del Tiger (Michael Wittmann) e sopravvisse alla guerra, morendo a Francoforte nel 1995.