Negli anni fra le due guerre mondiali, mentre si assisteva in Europa all’emergere o al rafforzarsi di ideologie pericolose come il nazi-fascismo e il comunismo, gli Stati Uniti si beavano della loro vittoria nella Prima Guerra Mondiale, disinteressandosi del Vecchio Continente.
L’esercito americano, sebbene non più nelle pessime condizioni in cui giaceva all’inizio della Prima Guerra Mondiale, era stato comunque pesantemente ridimensionato a conflitto terminato.
Per dare un’idea, la dimensione dell’esercito americano nel 1939 ammontava a circa 180.000 effettivi (poco meno degli effettivi dell’esercito portoghese), con divisioni a metà del loro organico, equipaggiamenti obsoleti, male addestrate e la cui abitudine di affidarsi ai cavalli per il trasporto e il rifornimento in zone rurali era anacronistica già da vent’anni.
Benché la posizione dominante negli USA all’epoca fosse l’isolazionismo, lo Stato Maggiore americano non rimase con le mani in mano, e creò una serie di piani molto dettagliati per prepararsi contro ogni eventuale attacco o necessità d’intervento all’estero.
Questi piani, codificati per colore, prevedono quasi ogni possibile scenario, andando dall’insurrezione armata comunista in USA alla necessità d’intervento contro un repubblica sudamericana, e il più sorprendente di tutti è il War Plan Red del 1930.
La situazione politica
Dalla seconda metà del ‘900 in poi, siamo abituati a pensare, a ragione, che gli Stati Uniti e il Regno Unito siano dalla stessa parte.
Sono entrambe democrazie capitaliste, alleate fra loro sin dalla Prima Guerra Mondiale (volendo rimanere nel ‘900), con stretti rapporti commerciali, e che hanno combattuto fianco a fianco quasi ogni guerra in cui si siano imbarcate.
Fra di loro esiste una relazione speciale, che lega i due paesi in maniera quasi indissolubile.
Tuttavia, a inizio ‘900 non era così.
Gli americani entrarono nella Prima Guerra Mondiale con grande ritardo, e ci fu una grande opposizione a un intervento in chiave anti-tedesca vista la gran massa di immigrati di origine tedesca negli Stati Uniti, circa 2 milioni di persone su una popolazione totale di 105 milioni.
Anche durante gli anni ’20 e ’30, i tedeschi rimasero una delle più grandi minoranze negli USA, assieme a italiani e irlandesi, ed è quindi ovvio che cercassero di sterzare la politica americana verso un’agenda isolazionista, se non direttamente filotedesca.
Sono infatti di quegli anni associazioni come la German-American Bund, associazione filonazista fondata dopo l’avvento di Hitler in Germania, che riuscì a contare fino a ventimila membri attivi, e tenne anche parate in posti come il Madison Square Garden.

C’è anche il fatto, parecchio importante, che dopo la fine della Prima Guerra Mondiale gli USA si sentirono traditi dall’alleato britannico.
Il Regno Unito infatti si mostrava parecchio esitante a ripagare gli enormi debiti contratti con gli americani per combattere i tedeschi, e questo tese parecchio le relazioni fra i due paesi dopo la guerra.
Considerando questi fattori, non stupisce sapere che il War Plan Red era il nome in codice per un piano di guerra contro il Regno Unito, e le sue colonie nordamericane.
La codifica del piano
Il War Plan Red, designava il Regno Unito come “Red”, rifacendosi al colore tradizionalmente usato nelle mappe dell’epoca per indicare i possedimenti britannici, mentre le colonie britanniche erano indicate separatamente con sfumature di rosso, nello specifico il Canada era “Crimson”, l’India era “Ruby”, l’Australia “Scarlet”, la Nuova Zelanda era “Garnet”.
Il piano prevedeva un attacco frontale più o meno su tutta la linea del confine americano, i cui obiettivi erano:
-La cattura di Halifax e del suo porto, dopo un attacco chimico, per stroncare la base navale britannica e tagliare i collegamenti fra Canada e Gran Bretagna.
-L’occupazione di Montreal e Quebec City, per tagliare i collegamenti fra il lato est e il lato ovest del Canada.
-La cattura di Toronto e della zona dell’Ontario, per azzerare la capacità industriale canadese e impedire attacchi contro le aree industriali interne americane.
-Una serie di assalti da Buffalo fino al fiume Niagara, per far cadere l’area strategica dei Grandi Laghi in mani americane.
-L’attacco alla giunzione ferroviaria di Winnipeg, partendo da Grand Forks.
-Un attacco finale contro Vancouver, per tagliare il Canada fuori dalle rotte commerciali e di rifornimento nell’Oceano Pacifico.
Nel piano, la flotta americana avrebbe dovuto mantenere un’impostazione difensiva, essenzialmente limitandosi a imporre un embargo dei porti canadesi.
L’idea era che la Royal Navy non sarebbe stata attaccata se non in una situazione molto favorevole alla flotta americana, e in caso di vittoria la flotta americana avrebbe cominciato a disturbare le rotte commerciali britanniche da e per il Canada.
A guerra finita, gli americani non avevano alcuna intenzione di restituire alcun territorio, e invece pensavano già di incorporare il Canada nell’Unione.
L’ironia
Ovviamente il War Plan Red era segreto, e venne tenuto segreto fino alla sua divulgazione nel 1974, ben lontano da occhi inglesi o canadesi…
Così lontano da finire sbattuto in prima pagina sul New York Times nel primo maggio del 1935.
Si scoprì così che oltre alla preparazione teorica, gli americani avevano destinato circa 57 milioni di dollari dell’epoca per la costruzione segreta di tre basi aeree sul confine canadese.
L’indignazione anglo-canadese però aveva ben poco fondamento, visto che anche il Canada aveva un simile piano in archivio, il Defence Scheme No.1, addirittura di due anni precedente al War Plan Red.
Impostato come un attacco preventivo, il piano canadese prevedeva l’occupazione di Seattle, Minneapolis, Albany e Great Falls, per distrarre le truppe americane il tempo necessario per far si che alleati britannici e del Commonwealth riuscissero ad arrivare per tempo.
In conclusione
Il piano sarebbe certamente stato una vittoria americana, per la sola mostruosa potenza industriale statunitense, che mai il Canada avrebbe potuto tenere a bada.
A quale costo però?
Il Regno Unito avrebbe certamente combattuto per uno dei suoi gioielli coloniali, e le rispettive flotte si sarebbero pesantemente danneggiate.
Il Canada, subendo una tale mole di attacchi e contrattacchi, avrebbe probabilmente sofferto un destino simile a quello del Belgio nella Prima Guerra Mondiale, con l’aggiunta della guerra chimica sul proprio suolo.
Per fortuna, il piano non venne mai attuato, e non andò oltre le speculazioni teoriche e qualche libro di fantastoria.
Il War Plan Red fu declassificato nel 1974, e causò un’altra frenata nelle relazioni diplomatiche fra i paesi coinvolti.
Chissà come sarebbe stato il mondo, con dei super-Stati Uniti che occupano quasi tutto il Nord-America, Il Regno Unito che non può contare sul supporto americano contro Hitler, e il Giappone che può contare su una flotta americana indebolita da un confronto con la Royal Navy.