Sin da quando esiste la polvere da sparo e le armi che la usano, si è sempre cercato di aumentare la loro cadenza di fuoco.
Dalle prime armi monocolpo, che richiedevano anche un minuto intero per essere ricaricate, fino alle armi moderne capaci di sparare migliaia di colpi al minuto (RPM), passando per i fucili dei tempi di napoleone, la cadenza di fuoco delle armi ha dettato la potenza degli eserciti, conferendo a unità sempre più limitate numericamente una potenza di fuoco appannaggio solo di armate ben più numerose solo poco tempo prima.
Ad oggi, la cadenza di fuoco media di un fucile d’assalto va dai 600-900 RPM, 900-1200 RPM per una mitraglietta e 600-1500 RPM per una mitragliatrice, fino a giungere a velocità incredibili come i 6000 (seimila) colpi al minuto di una Gatling.
Ci sono però dei limiti tecnici a quanto veloce un’arma può sparare, specie in maniera continua.
Anzitutto c’è il problema ovvio delle munizioni, le quali vengono consegnate in scatole da 500 nel caso delle armi più “affamate”, e che soprattutto richiedono una non indifferente complessità meccanica per essere camerate, sparate ed estratte in sicurezza.
Maggiore complessità significa maggiore possibilità di inceppamento, e un’arma è tanto utile quanto meno frequenti sono i malfunzionamenti.
Un’altro problema è il calore.
Più un’arma spara velocemente, più si scalda, ed è relativamente facile raggiungere temperature tali da fondere o comunque deformare la canna o altre parti meccaniche, tant’è che le mitragliatrici hanno quasi sempre dei metodi per cambiare la canna rapidamente, sul campo.
Il calore può anche far esplodere una cartuccia prematuramente, prima che l’arma abbia sigillato la camera di sparo, di fatto rendendo l’arma inutile in combattimento.
A dispetto di queste difficoltà però, un’azienda australiana è riuscita a superare ogni aspettativa per quanto riguarda la cadenza di fuoco, arrivando un milione di colpi al minuto.
Metal Storm…
Fondata nel 1994, questa azienda sfrutta nelle sue armi un principio antico e ben conosciuto fin dal sedicesimo secolo, quello delle cariche sovrapposte.
In teoria, è possibile fare in modo che la canna di un’arma da fuoco alloggi più di una cartuccia per volta, ed è possibile anche fare in modo di sparare queste cartucce una dopo l’altra in maniera estremamente rapida.

Questo sistema, dotato anche di ignizione elettronica delle cariche, risolve anche il problema della complessità meccanica dell’arma, visto che di fatto l’unica parte mobile sono le pallottole.
Il sistema Metal Storm è anche molto flessibile, visto che può essere montato su ogni piattaforma, e non ha limiti di calibro, prestandosi agli usi più disparati, dalle pistole ai cannoni di grosso calibro.
…e i suoi limiti.
Ci sono però dei limiti a questo sistema d’arma.
Anzitutto non è possibile usare una Metal Storm se la batteria si scarica, visto che l’arma è azionata elettronicamente, e questo è un grosso problema per un’arma da fuoco.
Ancor più seria, è la questione logistica che l’arma costringe a considerare.
Per cadenze di fuoco come quelle, l’idea di riuscire a mantenere una buona linea di rifornimento che mantenga una Metal Storm pronta a sparare in ogni momento è assurda, si tratterebbe di miliardi di colpi al giorno, se non decine di miliardi.
Un’altro problema è il metodo con cui la Metal Storm si ricarica, e le conseguenza.
Per ricaricare una Metal Storm è infatti necessario sostituire completamente la canna che ha sparato tutti i suoi colpi, e quindi in conseguenza non è possibile ricaricare una canna che ha sparato parzialmente.
Tutti questi problemi però, sono risolvibili, e sono problemi che è lecito aspettarsi da un’arma ancora in fase pienamente sperimentale.
Il vero killer per l’intero concetto su cui si basa la Metal Storm è però la concorrenza.
Pensandoci bene, la Metal Storm non fa nulla di meglio rispetto a molte altre armi ben più pratiche.
E’ vero, spara un milione di colpi al minuto e sbriciola qualunque cosa gli si metta davanti, ma una mina fa lo stesso ammontare di danni a un uomo per una frazione del costo della Metal Storm.
E soprattutto, è veramente utile?
Perché dovrei perder tempo, soldi e ingegno per cercare di polverizzare un bersaglio quando mi è più che sufficiente ucciderlo/distruggerlo con una frazione del danno?
In conclusione.
La ditta Metal Storm ha avuto un picco di interesse nel 2004, ma è andata in bancarotta nel 2012.
Come mille altre volte nella storia delle armi, un concetto che sulla carta sembra fenomenale, s’è scontrato contro la realtà dell’economia, della praticità sul campo e della concorrenza.
Tuttavia, i concetti che la Metal Storm sfruttava non sono affatto da scartare, e non è difficile immaginare che possano trovarsi usati più efficacemente in ambiti più di nicchia.
Vedremo un futuro in cui armi simili saranno usate comunemente?
Solo il tempo saprà dircelo.