Fort Drum

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Raramente nella storia si trova una fortificazione più meritevole del titolo di “Imprendibile”. Fort Drum, intitolato al Generale americano Richard C. Drum che si distinse nella Guerra Civile americana e nella guerra col Messico, fu costruito nel 1909 come parte delle difese per la baia di Manila,nelle Filippine (conquistate dagli americani nella guerra ispano americana del 1898).

 

COSTRUZIONE ED ARMAMENTO

Fort Drum come appariva all’inizio delle ostilità. Notare le baracche costruite sul tetto, per ospitare la guarnigione in tempo di pace. Vennero demolite non appena i giapponesi arrivarono a tiro.

Il forte era dislocato in una posizione strategica poco a sud dell’isola di Corregidor, e fu costruito su una piccola isola (chiamata El Fraile) che venne letteralmente spianata e ricoperta di cemento armato. La postazione era formidabile.

Larga 44 metri, lunga 106 metri, alta 12 metri sul livello del mare, sormontata da una torre di controllo del tiro di 18 metri, corazzata con muri di cemento armato spessi 6 metri nella parte superiore, e fra i 7 e gli 11 metri sui lati, armata con 4 cannoni da 356 millimetri in torrette binate, varie postazioni contraeree da 76 millimetri, fari antiaerei e 2 cannoni “secondari” da 156 millimetri, uno per lato, in casematte corazzate.

Virtualmente era invulnerabile a ogni arma navale concepita all’epoca, ed ebbe occasione di mostrare questa sua invulnerabilità nel 1942, contro i giapponesi.

 

PRIMA CAMPAGNA DELLE FILIPPINE

Subito dopo la caduta di Luzon a fine dicembre 1941, i Giapponesi arrivarono a tiro dei cannoni di Fort Drum (avevano una portata di 17 chilometri) e gli americani installarono sul forte un ulteriore cannone da 76 millimetri per proteggere la porzione posteriore del forte, battezzando il cannone “batteria Hoyle”.

I giapponesi tentarono inizialmente una “ispezione” della poppa del forte, usando una nave civile requisita ai locali, ma furono accolti dal fuoco della batteria Hoyle, che in questo modo divenne la prima batteria d’artiglieria ad aprire il fuoco contro i giapponesi nella seconda guerra mondiale. Il forte nei mesi seguenti venne sottoposto a dei bombardamenti tremendi, con batterie prima da “soli” 150 millimetri, poi da 240, riportando danni a parecchie batterie, ma le batterie principali rimasero intatte e continuarono ad affondare navi giapponesi sino a letteralmente 5 minuti prima della caduta di Corregidor.

Dopo aver inflitto perdite terribili ai giapponesi, e dopo aver finito le munizioni, i difensori del forte si arresero il 6 maggio del 1942, non prima di aver distrutto le proprie batterie per impedire che cadessero in mano nemica. Una qualunque altra fortificazione sarebbe già leggendaria con un curriculum simile, specie considerando il fatto che nessun americano morì durante i bombardamenti giapponesi, e vi furono solo 5 feriti, ma Fort Drum ritornerà a far capire cosa può fare un forte ben difeso e bene armato 4 anni dopo.

 

SECONDA CAMPAGNA DELLE FILIPPINE

Fort Drum come appariva il 3 agosto del 1945, dopo i bombardamenti americani e la sua riconquista. Notare gli enormi danni sui fianchi.

Nel 1945, le forze americane stavano dilagando nei possedimenti giapponesi nel pacifico, prendendo isola dopo isola, sino alla riconquista delle Filippine.

Dopo la sua caduta, Fort Drum venne ovviamente occupato dai Giapponesi, anche se non fu possibile reinstallare dei cannoni decenti sulla struttura, e quando gli americani arrivarono nella baia di Manila, si trovarono contro il loro stesso forte che tanto strenuamente avevano difeso nel 1941.

Rara foto dei soldati americani mentre sbarcano su Fort Drum.

Contro Fort Drum, ancora una volta, si abbattè quanto di più potente fosse a disposizione all’epoca in termini di artiglieria navale e bombe d’aereo, ma senza effetti. Rapporti dei piloti americani incaricati di bombardare il forte parlano di bombe da 1000 libbre che quasi rimbalzavano contro il tetto, senza fare alcun danno dopo essere esplose. I Giapponesi, come era comune per loro nell’ultima fase della guerra, si barricarono nel forte e rifiutarono ogni richiesta di resa.

Le truppe americane, temendo il fanatismo giapponese, non tentarono nemmeno di entrare e furono costrette a una soluzione alquanto radicale. Una volta guadagnato accesso al “ponte” superiore del forte (il 13 aprile 1945), si cominciò a pompare un mix di carburanti all’interno di un condotto di ventilazione, per poi lanciare all’interno un detonatore a tempo. Immediatamente le fiamme invasero la struttura, e infuriarono per ben 14 giorni prima che i Marines riuscissero a entrare nel forte.

 

OGGI

Il forte come appare oggi.

A guerra finita, il forte venne essenzialmente abbandonato, e negli anni ’70 venne visitato da ladri, che lo svuotarono di ogni cosa di valore, principalmente con l’idea di venderne gli scarti metallici, cosa che si è protratta fino al 2009.

Una triste fine per una fortezza che ha servito il proprio paese con tanto valore, un testamento all’intelligenza e ingegnosità dell’uomo, e al tempo stesso alla sua stupidità nell’usare tanto ingegno in guerra.

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